Cosa ti ha spinto a candidarti a rappresentante d’istituto?
Ho sempre avuto davanti un esempio, mio fratello più grande che due anni fa, aveva aiutato due suoi compagni che allora si erano candidati a rappresentanti d’istituto senza riscuotere il successo sperato. L’anno dopo, insieme ad Andrea Pagliuca ed Edoardo Cozzi si è candidati tentando nuovamente la fortuna. Mio fratello non riuscì ad entrare a far parte del consiglio d’istituto, al contrario dei suoi due amici, ma io già allora ero un “dietro le quinte”, un supporto per Andrea ed Edoardo. Così ho scoperto questo mondo che mi ha affascinato fin da subito e grazie all’esempio dei due compagni di lista di mio fratello ho trovato il coraggio di fare come loro e addirittura, se possibile, di meglio. Ora ho la possibilità di essere il mediatore tra quello che vorrei che succedesse e quello che succede.
Secondo te, sotto che punti il tuo programma elettorale era migliore rispetto a quello della concorrenza?
Sicuramente noi abbiamo puntato molto sulla fattibilità, non abbiamo proposto cose assurde, siamo rimasti un po’ sul “normale”, mettendo al centro quello che sapevamo di poter fare. Questa secondo me è l’arma vincente, proporre cose che sei in grado di fare e non promettere oro e dare acciaio.
E invece ci sono dei punti che invidiavi nel programma di Francesco?
Sinceramente no, non gli invidiavo nulla. Il punto dell’abbattimento della burocrazia, come quello di mettere un’altra paninara, di cambiare le macchinette, mi facevano un po’ dubitare, perché secondo me, sono cose bellissime da dire, farebbero gola a tutti, però, materialmente, come andrebbero fatti? In che modo? Da chi? Su chi? Su che cosa? È compito dei rappresentanti d’istituto? È compito del dirigente scolastico? È compito del Comitato Genitori? Io non le so queste cose, o meglio, so sicuramente che non è un compito dei rappresentanti d’istituto. Certamente la burocrazia in un certo limite è molto utile, quando però si arriva ad un eccesso diventa pesante, come in tutte le cose. Sul fatto della trasparenza, secondo me bisogna fare attenzione ai termini che si usano, perché mettendo in dubbio la trasparenza della scuola nei confronti degli studenti, si mettono in dubbio una serie di comportamenti di certi professionisti che lavorano, magari involontariamente. Perché mettere in discussione la scuola senza sapere le cose diventa un po’ ingiusto.
Com’è il rapporto tra voi rappresentanti?
Ci sono alti, ci sono bassi, ci sono comprensioni, ci sono incomprensioni, con Francesco si cerca di collaborare, si cerca di tirare avanti per fare al meglio il proprio lavoro, veniamo da due liste diverse e abbiamo due idee diverse su molte cose. Io e Jacopo siamo fratelli, quindi abbiamo un rapporto stupendo, più che altro abbiamo delle discussioni a livello burocratico; con Bea siamo amici da sempre, facendo l’oratorio insieme, quindi il nostro è un bellissimo rapporto.
Perché non hai voluto partecipare all’organizzazione della festa di Natale?
Sono due i motivi fondamentali, il primo punto riguarda le tempistiche: ci siamo ritrovati a dover organizzare il tutto in meno di due settimane rischiando di tralasciare dei particolari che avrebbero potuto diventare importanti successivamente. Il secondo punto è che essendo in quattro ci siamo divisi i ruoli, io non sono così bravo ad organizzare eventi come magari possono esserlo Francesco o Beatrice, io sono più bravo ad organizzare tabelle, registri o bilanci.
Come riassumeresti in tre punti la tua “avventura” da rappresentante?
1. Responsabilità, perché questo percorso di porta ad essere totalmente responsabile perché tutto quello che fai ha delle conseguenze, come in tutte le cose della vita.
2. Crescita. In alcuni periodi mi sono sentito carico, in altri stressato o nervoso, però sicuramente questo mi ha cambiato e mi ha insegnato a gestire lo stress.
3. Gestione delle relazioni, perché in tutto questo tempo, per riuscire a far andare avanti la parte studentesca del Crespi ho dovuto relazionarmi con molte persone, dagli studenti, alla Preside, passando per le segretarie, i relatori delle assemblee o il gestore del teatro Manzoni.
Come vuoi rispondere alle critiche riguardanti l’assemblea autogestita?
Il disguido della prima ora che ha coinvolto numerosi ragazzi c’è stato perché i ragazzi hanno voluto ingannare il sistema, magari andando in aule alle quali non si erano iscritti, oppure non sono proprio andati nelle aule a cui si erano iscritti per andare a fare studio individuale o di gruppo e soprattutto molti ragazzi addetti alla sicurezza non hanno fatto il proprio lavoro e quindi il casino si è propagato notevolmente. Riguardo il problema di alcuni ragazzi che non sono stati accolti nei poli a cui si erano iscritti è un problema dei rappresentanti di classe che hanno dato i fogli in ritardo e non hanno informato i compagni del fatto che non sarebbero potuti andare dove credevano di essersi iscritti, anche per i relatori che non si sono presentati non abbiamo colpa, perché fino all’ultimo ci hanno confermato la partecipazione.
Cosa ne pensi del concerto di San Valentino? Hai qualche considerazione?
Non sono un esperto di musica, quindi non posso dare un’impressione da esperto, ma da normale appassionato di musica e sentire dei ragazzi che si mettono in gioco davanti a tutti gli altri è sempre bellissimo.
Come riesci a conciliare il tuo ruolo con i tuoi interessi e con lo studio?
Ho praticato atletica per sei anni, però ho dovuto smettere, anche se non per questo, ma per altri problemi personali, quindi ora a parte per gli amici e la fidanzata non ho grossi impegni. Una cosa che mi va molto di lusso è avere un fratello come Jacopo con il quale posso dividermi il lavoro, però anche con tutte queste cose mi sono trovato ad essere sgridato dalla prof di Scienze, perché riguardo le autorizzazioni nelle sue ore.
Festa di Carnevale, cosa ne pensi e perché non hai voluto aiutare ad organizzare?
Tenendo il bilancio sotto mano abbiamo capito che tenere un’altra festa sarebbe stato disastroso per le nostre casse, quindi soprattutto per questo abbiamo deciso di lasciarla solo a Colombo che si è preso la responsabilità di organizzare la festa, e sappiamo tutti come è andata a finire.
Come definiresti il rapporto tra rappresentante e studente?
Da studente ho avuto sempre una grande ammirazione e una grande stima per i rappresentanti d’istituto, perché lo vedevo come qualcuno che faceva le cose per me. Spero che gli studenti mi vedano come un esempio come io vedevo come un esempio gli altri rappresentanti.
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