La privacy è diritto fondamentale di ogni persona, la libertà di mantenere private informazioni personali che si vogliono far rimanere tali. L’argomento è davvero vasto. Grazie alle norme giuridiche ogni individuo è tutelato sotto questo punto di vista. Al giorno d'oggi però si sono aperti svariati dibattiti riguardo la privacy online, che sembra ogni giorno di più qualcosa di inverosimile rispetto al concetto originale; dati personali vengono trattati e conservati grazie alla nostra approvazione spesso velleitaria e alla quale diamo poco peso, ma inconsciamente veniamo perennemente controllati ; basti solo pensare al fatto che Google utilizzi le nostre ricerche, abitudini sul web ai fini di mostrare pubblicità o promozioni che possano attirarci. Idem con le promozioni sui social. Oggettivamente l'innovazione tecnologica comporta l'indebolimento del concetto privacy che da forte diritto comune, ci sta senza accorgercene sfuggendo di mano.
Abbiamo intervistato una serie di studenti tra i 14 e i 18 anni sul concetto di "privacy". Desumiamo che quasi tutti i ragazzi conoscono bene il concetto di privacy e lo ritengono fondamentale, ma non si sentono certamente protetti da quello che è il mondo social e web.
-"Il fatto di accedere ad internet comporta la consapevole perdita della privacy".
La privacy come problema, è da molto tempo evidente, anche in seguito a casi di diffamazione pubblica e di diffusione dei dati personali. I giovani dunque vogliono avere accesso al mondo virtuale, ma per ottenerlo accettano norme obbligatorie sul trattamento dei dati. Così bisogna domandarsi se sia corretto lamentarsi di perdere la propria privacy online quando siamo noi stessi a cedere consapevolmente i nostri dati personali.
I nostri dati personali dunque valgono davvero i servizi che riceviamo?
Alessio Sbaglia
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